IL TRENO
Luomo, fin dalla scoperta della ruota, ha sempre cercato dei mezzi che agevolassero
il trasporto di merci e persone. Dopo diverse invenzioni, il secolo scorso fu la volta del
treno: una locomotiva che trascinava una serie di vagoni atti al trasporto di persone,
animali e altro.
In Italia il treno diventò subito un mezzo di trasporto popolarissimo; strade ferrate
sfioravano le nostre colline,... a Villanova, a Chivasso... Ma a Castelnuovo il treno non
passava e lo si desiderava ardentemente, era largomento di tutti i discorsi,
loggetto di tutti i sogni.
La cittadina di Chieri era riuscita a costruire un braccio di ferrovia che la collegava a
Trofarello e a Torino. Ma là cerano industrie e quattrini, qui solo vigne e anche
ripide. E in paese si continuava a sognare un treno che trasportasse persone e prodotti
verso la città e viceversa; la gente ne parlava e sospirava!
I pessimisti dicevano: «Come si può fare una strada ferrata con queste colline? Si
dovrebbero fare tagli enormi o tante gallerie...». Al contrario gli ottimisti vedevano il
collegamento con Chieri e il passaggio per Riva e Buttigliera con stazione nei paraggi
della Valmartina per evitare molti dislivelli. Anzi un secondo progetto suggeriva di
prolungare il tratto addirittura fino a Montechiaro. Così Castelnuovo avrebbe avuto il
collegamento con Torino e con Asti.
I candidati alle elezioni politiche nei loro discorsi promettevano il loro interessamento
con frasi lusinghiere: «Castelnovesi, mi pare già di vedere il fumo della locomotiva
avanzare verso il paese... Votate per me!». Ma intanto cerano le colline di mezzo e
i soldi non cerano. E si sognava e ci si illudeva.
IL PESO PUBBLICO
Non è sempre stato dove è adesso; allincirca del secolo era più arretrato di
circa venti metri, allincirca allaltezza del negozio di Elide.
Lamministrazione deliberò poi di trasferirlo allangolo della piazza, ove è
rimasto fino a pochi giorni fa. Ma durante lo scavo necessario per il trasferimento, venne
alla luce un vecchio muro, a forma di cassa. Si fermò il lavoro e si avvisò
lautorità competente. La voce corse e i Castelnovesi si fecero premura di andare
prudentemente a osservare quel muro, dal contenuto misterioso. Qualcuno azzardò il
sospetto che quei mattoni nascondessero un tesoro; e la voce sempre più insistente
alimentò la curiosità e creò il mistero. Perfino il sindaco ne parlò e, tra il serio e
il faceto, sentenziò: «Apriremo il muro e se ci sarà un tesoro, servirà a far venire
il treno a Castelnuovo!». Aumentava lattesa il popolino era pieno di ansie e di...
speranza.
E giunse il giorno dello scavo: si demolirono con riguardo i mattoni, ma ahimé, del
tesoro non cera traccia, cera niente altro che mattoni, sassi e terra.
E il treno è rimasto a Chieri. Col tempo a Castelnuovo è passata la febbre del treno,
anzi il tratto di ferrovia Chieri-Trofarello attualmente è un ramo secco. |