Andavamo a piedi Indietro Ritorna a Elenco Racconti Avanti
Voi, che andate in macchina da piazza Dante, facendo la circonvallazione, a comperare le sigarette in via Roma; voi, che dalla piazza andate in farmacia in macchina per comperare la polvere della conserva; voi, che andate al bar in macchina per giocare a tarocchi... sapete, voi, come ci andavamo una volta? La risposta è facile: certamente andavamo a piedi!
Per raggiungere Buttigliera, Moriondo, Ranello... si faceva una passeggiata a piedi. Se un barroccio col cavallo sostava all’Acqua Solforosa, era di Chieri o di Chivasso, tutte le altre persone presenti ci erano andate a piedi.
Ora i giovani prendono la patente la settimana in cui compiono 18 anni e‚ se in casa non c’è ancora una macchina, la si acquista entro il mese.
Da qualche anno funziona uno scuolabus. Prima gli scolaretti da Bardella‚ Nevissano, Morialdo... venivano a piedi. E siccome l’orario era diviso (ore 9-12 e 14-16) portavano con la cartella una borsa con un po’ di cibo da consumare nell’intervallo da mezzogiorno alle due, per non fare due viaggi; la minestra calda la mangiavano all’asilo o da qualche parente o amico.
Le donne venivano dalle cascine al paese con le zoccole ai piedi; le lasciavano poi nelle prime case o tra le assi della segheria Barbaso e calzavano le scarpe belle. Per il ritorno facevano l’operazione inversa.
Ricordo le figure degli uomini, che spuntavano tra la nebbia, con la mantellina e gli scarponi o gli zoccoli, affrontavano anche il maltempo dell’in- verno.
C’era, sì, una corriera che portava alla stazione di Villanova e una alla stazione di Chieri, da cui si poteva prendere il treno per Torino; ma tanti, per risparmiare, andavano a Chieri a piedi, e non erano pochi quelli che andavano fino a Torino. Pensiamo ai carrettieri che camminavano tutta la notte al fianco del cavallo (passando per il Pino vecchio), per trasportare a Torino botti di vino e altra merce. Molti erano ancora impegnati in città a fare un altro carico per il ritorno in paese.
E quanti esempi di camminatori potrei portare. Ne cito solo due: un mio parente, che aveva ereditato una vigna oltre Albugnano, fraz. Campolungo, ci andava a piedi, lavorava e ritornava con lo stesso mezzo, il cavallo di San Francesco.
Natale Delmastro, falegname di Albugnano, fraz. Palmo, andava a piedi a Torino a comprare il necessario per il suo mestiere.
Allora le strade erano spesso sconnesse e fangose, ma ai lati c’erano le “banchine” protette dai paracarri, un piccolo tratto adatto ai pedoni e ciclisti. E le banchine, benché strette, erano molto utilizzate, appunto perché davano la garanzia ai pedoni di non essere travolti dai carri.
Poi sono stati tolti i paracarri e ora il fondo stradale è più ampio e asfal- tato.
Le macchine sono aumentate anno per anno, ma ricordo che quando Savio Luy, l’americano, andava a Torino in macchina, aveva sempre tre amici scrocconi che gli facevano compagnia. Spesso gli chiedevano: «Hai un posto libero per domani?», risposta: «No, forse per dopodomani». E questo capitava a quei tre o quattro signori che avevano le prime tre o quattro macchine.
Certamente è giusto far uso dei mezzi moderni di trasporto, ma ora pare che si esageri: si accompagnano in macchina i bimbi a scuola anche dall’abitato del paese... Ci si lamenta che lo scuolabus non passa davanti a casa... Ognuno va in macchina in città con tanta facilità, da solo...
E siccome indietro non si va, temo che di questo passo le processioni si faranno comodamente in macchina.
Allora per il Battesimo si andava in chiesa a piedi. Tra un piccolo corteo, intimamente festoso, il neonato avvolto in un bel vestito bianco, lungo e ricamato (si pronunciava: port-anfan) era tenuto in braccio dalla madrina o da una parente; lo si faceva vedere a chi si avvicinava, ricevendo un cordiale: «Che bel cit!» (o «Che bela cita!») con auguri e sorrisi.
Oggi una coda rombante di macchine, anzi volutamente chiassosa, segue gli sposi. Ah! com’era pittoresco allora vedere quella lunga coda di parenti dietro gli sposi che andavano a piedi alla cerimonia di nozze da casa alla chiesa e ritorno tra la gente plaudente e beneaugurante!
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