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Il significato è già nella
parola, vuol dire fare a metà; uno era il proprietario della terra e della casa,
laltro ci abitava e lavorava il terreno. Al termine dellannata agricola si
dividevano in due parti uguali i proventi della vendita del vino e dei cereali. Non so
dove ci siano ancora mezzadri, qui da noi la categoria è estinta.
Anni fa i Turco avevano i mezzadri ospitati in un loro casa, i quali si occupavano della
coltivazione delle loro terre; lavvocato Orsi aveva i mezzadri in una sua cascina,
la Marchesina a Cinzano. I Moglia, brava famiglia di coltivatori, sono stati
per parecchi anni i mezzadri della cascina Tamburnin; i figli sono nati e
cresciuti in quella cascina, finché non hanno acquistato essi stessi la bella e
panoramica casa del Sussambrino circondata da molto terreno. In quella casa vi
abitò per tre anni la famiglia di Don Bosco, Mamma Margherita e figli.
I proprietari del Tamburnin i Clerico avevano a loro disposizione il
Palazzo, la parte signorile della casa e svolgevano in città la loro professione.
Il resto della grande casa era occupata dai mezzadri, che tenevano anche il proprio
bestiame nella grande stalla.
Tra padrone e mezzadri intercorrevano dei patti sulla proprietà del bestiame, luso
del concime, il pagamento delleventuale garzone e delle vendemiatrici; una cosa
certa è che il verderame era pagato metà per uno.
San Martino, l11 novembre, era la data tradizionale per il traslocco del mezzadro
che cambiava cascina; a quella data si supponeva che tutti i lavori di campagna fossero
ultimati e il vino maturo. Ancora ai nostri giorni fare San Martino vuol dire
trasloccare. Però, se a quella data il mezzadro che partiva aveva seminato il grano, egli
aveva il diritto di mieterlo nel giugno successivo, salvo che intervenissero dei patti per
lasciarlo al subentrato.
Si vedeva talvolta in quella data il passaggio pittoresco di una famiglia di mezzadri con
tutto il mobilio e gabbie sul carro dei buoi, il resto del bestiame veniva dietro.
Pensiamo a tutto quello che contiene una casa di campagna che deve essere portato e
sistemato in unaltra, compresi i prodotti! La tradizione voleva così.
Poi vennero leggi che forse assegnavano più del 50% ai lavoratori. Per questi motivi o
per altri, ora la categoria dei mezzadri, almeno qui da noi non cè più
ha fatto il suo tempo. Secondo me non era male se due parti si accordavano
liberamente con dei patti soddisfacenti per entrambi nel rispetto della tradizione e
delle proprie esigenze. Ma tutto deve cambiare, si decide tutto a tavolino... |
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