La Messa Granda Indietro Ritorna a Elenco Racconti Avanti
Più elegantemente la si chiama «messa delle undici»‚ ma tradizionalmente‚ alla buona‚ la si chiama ancora e sempre Messa Granda. Questo appellativo “Granda” nacque quando probabilmente questa era la Messa più solenne‚ la più frequentata‚ quella a cui partecipavano i cantori‚ accompagnati dall’organo. Poi c’è stato un periodo in cui questa messa era meno frequentata‚ oggi direbbero che aveva un indice di gradimento inferiore ad altre messe.
Ma chi adesso le volesse dare un’attributo‚ la potrebbe chiamare «Messa dei Giovani»‚ perché così è! Ma per i Castelnovesi resta sempre Messa Granda.
Se qualcuno ha smesso per un po’ di tempo di partecipare a questa messa‚ ora resterebbe positivamente impressionato: dalla parte destra ci sono le solite… anziane; ma la parte sinistra è affollatissima di ragazzine e signorinette‚ di fanciulli e giovinetti. Occupano i banchi‚ l’altare di S. Cafasso‚ lo spazio attorno all’armonium. Sono gruppi di amici‚ compagni di scuola‚ compagni di oratorio.
È quasi una distrazione‚ perché invece di considerare protagonista il celebrante‚ si è tentati di osservare quei ragazzi che cantano‚ leggono‚ pregano…
Infatti Fabrizio‚ Elena‚ Fabio‚ Silvana… cantano con convinzione e decisione; sono un po’ incerti nell’attacco‚ osservano bene suor Franca che li guida‚ ma poi le note sono franche‚ anche se qualcuna è simpaticamente stonata‚ per causa della foga eccessiva.
Annamaria‚ Gianni‚ Marco‚ Elisabetta… leggono con chiarezza e devozione.
Questi sono i nomi di alcuni dei componenti la nuova leva dei piccoli fedeli‚ che hanno ricevuto recentemente la Prima Comunione. Dimostrano così di saper già dare un buon apporto alla pratica di pietà che fa parte del culto esterno della comunità.
Bravi ragazzini! Intanto le mamme e i papà se li guardano con compiacenza e gaudio intimo. All’uscita i giovani si fermano sul sagrato‚ parlano‚ scherzano‚ ridono; si soffermano alquanto sul piazzaletto prima di avviarsi. È festa; sono eleganti; la gente li guarda; sono belli; sono buoni: sono l’ornamento dellla Messa Granda‚ l’orgoglio‚ la speranza della Comunità‚ del paese!
E poi‚ direbbe meglio G. Leopardi: «Tutta vestita a festa la gioventù del loco lascia la chiesa e per le vie si spande e mira ed è mirata e in cor s’allegra».
Chiediamo scusa al poeta, che aveva scritto «lascia le case».
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