Aneddoto sulla prima comunione Indietro Ritorna a Elenco Racconti Avanti
La signora Teresa Scanavino ved. Cafasso ha 94 anni. Circa 88 anni fa fece la Prima Comunione e ovviamente con i festeggiamenti adeguati alle usanze dell’epoca. Poiché la prima comunione si fa solitamente nel periodo di Pasqua‚ era usanza dare ai piccoli comunicati un uovo‚ tutto per loro; naturalmente era un normalissimo uovo di gallina; il moderno uovo di cioccolato era ancora un pio desiderio‚ un sogno irraggiungibile‚ per il figlio di un sobrio contadino castelnocese.
La piccola Teresa era stata preparata con le compagne e i compagni coetanei e il Parroco Don Vianzone li aveva congedati dicendo loro amichevolmente «… e ricordate alle vostre mamme che per quel giorno vi devono preparare l’uovo!».
E Teresa‚ come tutti gli altri‚ lo disse in famiglia. Quel giorno si accostò al sacramento con tanta fede‚ pietà e devozione.
Dopo la funzione si recò gioiosa a casa‚ ma la felicità si trasformò in pianto quando scoprì che la mamma si era dimenticata dell’uovo. Pensate che allora si rimaneva digiuni dalla sera precedente. La sorella cercò di consolarla e‚ come rimedio‚ le fece questa proposta: «Guarda‚ Teresa‚ prendine uno e mettilo al fuoco‚ c’è ancora un po’ di brace». E Teresa mise l’uovo tra i tizzoni di brace ardente e attese. Ma ahimé‚ dopo qualche attimo‚ forse per l’eccessivo calore‚ l’uovo scoppiò e si sparse tra una nuvoletta di fumo. E i festeggiamenti di Teresa finirono così!
Il commento di questo aneddoto è facile‚ viene sulle labbra di chiunque: è l’accostamento del misero uovo di allora con i lauti pranzi di oggi‚ con i numerosissimi invitati e i preziosi regali.
Ma cosa ci possiamo fare? Ogni epoca ha le sue usanze… e i suoi quattrini. Penso inoltre che per la Chiesa sia indifferente festeggiare la prima comunione in un modo o nell’altro; purché il sentimento laico della festa non danneggi oppure non sostituisca quello religioso.
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