Il Mercato Indietro Ritorna a Elenco Racconti Avanti
Tra le cose belle di Castelnuovo va annoverato il mercato, che si sta sempre più imponendo.
Al contrario ha perso ormai importanza la ½era detta di S. Andrea, ne è rimasto il lato spassoso.
Così dicasi per le sorpassate ½ere mensili, con relativo convegno e commercio di bestiame.
Ora il mercato è importante ogni settimana, al giovedì.
Una cerchia di paesi vicini si danno appuntamento sulle nostre piazze, nei nostri negozi: Albugnano, Berzano, Moncucco, Moriondo, Buttigliera, Capriglio, Mondonio, Pino, per nominare solo i più vicini.
C’è chi ha la comodità del servizio-pullman; tutti gli altri arrivano con propri mezzi.
Però non più il cavallo allo stallaggio, ma auto, auto, auto, a centinaia, parcheggiate faticosamente in ogni spazio libero.
Il mercato

Sarebbe argomento non breve solo la storia del nostro mercato, da quando si svolgeva sul selciato della ripida e tortuosa salita, che porta alla piazza della chiesa, con banchi che poggiavano su cavalletti e gambe disuguali per compensare la discesa.
Ora è sceso al piano, con comodità di tutti, mercanti e acquirenti.

Il commercio

Alle prime luci del giovedì, stanno apparecchiando il loro banco i mercanti, che giungono da lontano con moderni veicoli: espongono tessuti, indumenti, scarpe, merceria, ferramenta in genere, ½ori, piante, verdura, frutta, pesci freschi e polli fritti, e tutto quanto può interessare il contadino, l’artigiano, la massaia, l’uomo e la donna qualunque.
In un crocchio puoi vedere i mercanti di bestiame, che avvicinano o sono avvicinati dagli allevatori.
Signore e ragazze affollano i banchi di merceria.
I contadini si scambiano notizie sul prezzo del vino, dei vitelli, dei foraggi.
I cacciatori si incontrano e si soffermano per scambiare notizie venatorie. Giovanotti e signorine di primo canto percorrono le vie e le piazze affollate per mettere in bella mostra il vestito nuovo e …se stessi.
I ragazzini leccano il gelato (d’estate).
I promessi sposi si consultano davanti al negozio di mobilio.

Il colore paesano

Come ogni mercato paesano, anche il nostro ha il suo lato pittoresco, pettegolo: c’è una notizia interessante?
Corre di bocca in bocca, ½nché è in possesso di tutti.
Chi non compera mai il giornale, ritorna dal mercato con una buona scorta di notizie, più o meno vere, più o meno gon½ate.
Dal mercato si ha notizia di nascite, ½danzamenti, matrimoni, decessi, e si portano a casa con le piantine di pomodoro e con le scarpe nuove.
Sei in cerca di una persona? fai quattro passi o lo chiedi a qualcuno, la trovi certamente, è là.
Devi vendere o comprare la legna, il cane, l’auto usata…? diffondi la notizia al mercato, se non nella stessa giornata, certamente il giovedì successivo puoi concludere l’affare.
C’è l’arrotino che affila le forbici in tua presenza e c’è il marocchino che ti vende le patacche.
La frequenza necessaria!

Per una zona come quella che circonda Castelnuovo, costellata di case e cascine, frequentare il nostro mercato è non solo un piacere, una evasione, ma è quasi una necessità; è un salto nel frastuono, nella socievolezza dall’isolamento e dal silenzio settimanale della propria abitazione.
Il mercato aumenta di intensità e di intervento fin verso le undici, poi va scemando.
Le prime ad abbandonarlo sono le massaie, che hanno il problema della cucina.
Esse raggiungono la corriera o il proprio mezzo cariche di borse e di pacchi.
Le auto partono, i banchi si smontano, i negozi chiudono.
Per terra, al posto delle bancarelle, resta cartaccia, scatoloni vuoti, cassette con frutta guasta, invenduta…
E ora quanto lavoro per chi deve ripulire la piazza e le vie!
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