Piazza Dante Indietro Ritorna a Elenco Racconti Avanti
Non conosco un paese che abbia una piazza così grande e bella. La storia di Piazza Dante è simile a quella di un lago montano: un corso d’acqua nato lassù in alto, ha preso il suo cammino verso il basso, finché ha incontrato una conca, l’ha riempita e quindi l’acqua è stagnata e continua a dilatarsi tutto intorno.
Così ha fatto Castelnuovo: è nato lassù attorno alla Madonna del Castello e non si è dilatato verso la collina, anche se era amena, ma è sceso a poco a poco verso il basso; e non per forza di gravità, come l’acqua, ma perché in basso c’era una strada importante che da una parte si dirigeva a Torino e dall’altra ad Asti.
Era una strada provinciale che faceva una curva davanti al vecchio Albergo dell’Orso (ove ora c’è Rizzi Palmiro). C’era all’inizio un trivio: Torino, Asti e Castelnuovo, lassù in alto a poca distanza.
E il paese continuò la sua discesa, finché raggiunse la sua sede naturale, Piazza Dante. Ora l’abitato ristagna e si espande intorno alla sua sede, finalmente raggiunta. Come quel lago montano. Ora non è esagerato dire che Piazza Dante è Castelnuovo!
Anche se è nato un nuovo quartiere verso il Rio, esso è sempre una emanazione di Piazza Dante. Anche se l’abitato cercherà sfogo tutto intorno, Piazza Dante ormai sarà sempre il centro di Castelnuovo.
La prima chiesa parrocchiale è stata costruita in via Argentero, poi si spostò dov’è attualmente, ma ora il gregge trova scomodo raggiungere quell’ovile, preferisce la chiesa dell’Oratorio, molto più agibile.
Così il mercato: noi anziani ricordiamo di aver visto bancarelle di formaggio e verdura nella piazzetta della chiesa parrocchiale; poi più in basso vicino all’arco, lungo la discesa, tanto che per essere in piano i banchi erano costretti a poggiare su cavalletti con gambe di diversa lunghezza. Il mercato raggiunse poi piazza Don Bosco e qui si fermò a lungo, pareva avesse raggiunto il traguardo definitivo. Ora è giunto in piazza Dante, anzi straripa nelle vie adiacenti.
Al giovedì la piazza è sgombra di auto e ospita banchi con mercanzie di ogni genere; i commercianti generici, anche i tartufai, hanno il loro ritrovo davanti alla Ciocca.
Che trasformazione! Una volta i Castelnovesi erano orgogliosi di Piazza Dante perché era un campo ideale per il gioco del tamburello, un campo invidiato da tutti i paesi dell’Astigiano, ove questo gioco aveva svolgimento. Nelle vie adiacenti si giocava liberamente alle bocce. Ora il tamburello è sparito completamente e il gioco delle bocce è relegato in un piccolo rettangolo privato e protetto da una rete. Se il tamburello è morto, il gioco delle bocce è in prigione!
Piazza Dante alla domenica è un grande e comodo parcheggio per macchine con targhe di ogni provenienza. Nei giorni feriali i suoi negozi e uffici sono al servizio della popolazione. E quando c’è un grande avvenimento, si ricorre ancora alla capacità e alla disponibilità di Piazza Dante, come è successo per il congresso Eucaristico Diocesano del 1954.
Non si può predire cosa sarà di Piazza Dante nel futuro; ma è ben difficile immaginare la nascita di uno spiazzo alternativo a Piazza Dante.
Piazza Dante Indietro Ritorna a Elenco Racconti Avanti