Il Monumento - Il collegio |
 |
 |
 |
|
È sottinteso che si vuol parlare
del nostro monumento a Don Bosco e del nostro ex-Collegio Paterno Don Bosco. Li trattiamo
insieme perché uno è quasi la conseguenza dellaltro e hanno avuto lanno di
nascita molto vicino: 1898 e 1899.
Il monumento
Chi volesse sapere notizie precise, non ha che da leggersi il volumetto del compianto
maestro A. Baumgartner, ove sono riportati fatti rigorosamente storici. Qui invece ci
sarà qualche accenno dettato dalla fantasia.
Desta sempre stupore e ammirazione il fatto che già sette anni dopo la morte di Don Bosco
a Castelnuovo sia sorta lidea e lintenzione di dedicargli un monumento. Non
era che un prete di Morialdo, morto in fama di santità; ma cera solo la fama; la
Chiesa non laveva ancora proclamato né beato né santo. Torino stessa solo venti
anni dopo Castelnuovo gli erigerà il monumento.
Dunque nel 1895 il parroco Don G. B. Rossi propose liniziativa; la popolazione la
seguì con affetto ed entusiasmo e lamministrazione comunale accolse questa volontà
popolare. Il sindaco geom. Aventino Musso bandì un concorso per un monumento al defunto
sacerdote castelnovese. Tra una trentina di progetti risultò vincitore quello di Antonio
Stuardi, scultore di Poirino. Don Bosco vi è raffigurato tra due giovani, di cui uno è
Patagone, per indicare le grandi attività del santo: la cura dei giovani e le missioni.
I Castelnovesi, compresi quelli emigrati, diedero il loro contributo con cuore e
generosità e per il 1898, decennale della morte di Don Bosco, tutto era pronto e si fece
la solenne inaugurazione nella piazza sistemata per loccasione.
Sul palco delle autorità cera il sindaco A. Musso e accanto a lui il Rettor
Maggiore dei Salesiani, Don Rua (oggi Beato). E ora lasciamo lavorare la fantasia per
questo dialogo a due:
Don Rua: Ora noi Salesiani ci sentiamo in dovere verso Castelnuovo e la sua
amministrazione
Se potessimo fare qualcosa per il paese, saremmo felici
Sindaco: Veramente da alcuni anni siamo in trattativa con i Salesiani. Qui si sente
la necessità di una scuola che raccolga i giovani di castelnuovo e dintorni, che sono
costretti ad andare in città per gli studi. Se voi voleste intervenire
Don Rua: Prometto il mio interessamento per questopera di pubblica utilità.
Son certo che accontenterò anche Don Bosco.
Il collegio
LIstituto Paterno Don Bosco fu aperto già lanno dopo, nel 1899, accogliendo
ragazzi di 5ª elementare e di 1º ginnasio (per il primo anno). Ci fu il riconoscimento
del Provveditore agli studi di Alessandria (allora nostra provincia) e del Ministero. Ora
consideriamo il fatto, pensiamo al valore del dono di Don Rua, a cosa significa la parola
collegio. È la somma di tante altre parole: cortile, studio, aule, chiesetta,
dormitorio, refettorio, cucina, infermeria
E ognuna di queste parole comporta un
arredamento e il personale relativo.
Ci fu veramente una cappelletta intima e accogliente con altare, quadri, banchi, una
sacrestia con arredi sacri. Un ampio cortile con portici e alberi accoglieva cento e più
ragazzi durante la loro rumorosa ricreazione. Un gran salone ospitava tutti i giovani
nelle ore collettive di studio. E ogni classe aveva la sua aula e larredo per le
lezioni scolastiche. Solo quelli delle elementari erano accompagnati alle scuole comunali.
Al piano superiore del palazzo cera un gran dormitorio con tanti lettini candidi e
da un lato un locale con lacqua per la pulizia.
Un refettorio con tavoli e panche riceveva tutti i commensali, che erano rifocillati dalle
vivande preparate nella cucina attigua.
E poi validi insegnanti e assistenti e ovviamente le cuoche e le brave guardarobiere che
provvedevano al cambio degli indumenti.
Era una piccola comunità che variava da 100 a 150 persone, che richiedeva una attenta
amministrazione. La gestione era tutta salesiana.
E il paese ne fu contento e lo dimostrò a Don Rua che nellottobre del 1901 compiva
il 50o di vestizione clericale. Il Comune in quelloccasione gli conferì la
cittadinanza onoraria di Castelnuovo, nel programma di una cordiale dimostrazione popolare
in suo onore.
I rapporti di cordialità tra il nostro paese, patria di Don Bosco, e la Congregazione
salesiana raggiunsero un grado altissimo quando il decreto del 14 febbraio 1930 modificava
la denominazione del Comune: non più Castelnuovo dAsti, ma Castelnuovo Don Bosco. |
Il Monumento - Il collegio |
 |
 |
 |
|
|