Mondonio com'era Indietro Ritorna a Elenc Racconti Avanti
di Giorgio Musso

Già da tempo ho in animo di redigere un profilo storico del luogo di Mondonio. Questo proposito è ostacolato soprattutto dalla difficoltà di reperire attendibili notizie storiche da compendiare, in quanto assai scarsi sono i documenti e le fonti storiche dedicate a Mondonio. Comunque le mie ricerche continuano e frammentariamente sto raccogliento parecchie notizie che spero in futuro di pubblicare.
Nel frattempovorrei in questo articoletto descrivervi in linea generale come si presentava il nostro paese nel Medioevo. Sappiamo che Mondonio esiste già dalla fine dell’anno 1000 perché lo attestano alcuni documenti, così come siamo a conoscenza che questo borgo era governato in quegli anni da una famiglia locale: i Mondonio, o meglio i signori di Mondonio. Tale famiglia resse in modo autonomo il feudo di Mondoniofino al 1200 circa quando giurò fedeltà ai marchesi di Monferrato, del cui Stato questo luogo fece parte fino al 1631.
Forse fu proprio la famiglia di Mondonio a voler la costruzione di un castello in questa località. E secondo la tradizione orale, già alla fine del 1100 dulla collina di Mondonio esisteva soltanto una fortificazione, mentre il villaggio restava situato nel fondo accanto alla chiesa di Raseto.
Pertanto la situazione geografico-politica in un certo periodo del Medioevo risultava essere la seguente: Mondonio e Pino retti da Signorie locali, poi assoggettate ai Maechesi del Monferrato, confinanti con la contea di Cocconato retta dai Signori di Radicata, alleati anch’essi dei Monferrato e con Castelnuovo, legato alla Repubblica di Asti.
Ben si comprende quindi la posizione difensiva in cui doveva trovarsi il nostro feudo di confine, tanto da doversi provvedere alla costruzione di un forte castello.
Dai pochi resti pervenuti fin a noi, possiamo ipotizzare che Mondonio era cinto da almeno due cerchia di mura, entro cui sorgeva il castello con più torri e una cappella. Una porta di accesso al secondo recinto era situata, secondo il De Canis (nella sua Corografia Astigiana, 1814), poco prima dell’attuale forno. Così come un profondo fossato cingeva il maniero, seguendo il suo letto le vie di S. Rocco, Cavallone, Turco, confluendo poi nell’attuale piazza Balbo precisamente in un grosso stagno, che fino alla metà dell’800 si poteva ancora vedere.
Un’altra torre doveva sorgere ove adesso si trova il terrazzo della casa parrochiale ed un’altra nei pressi della casa detta del Piasset a fianco del campo da bocce.
Poche sono le vestigia del campo tramandateci: una parte di un muro di costeggio al castello in via Cavallone, le fondamenta della casa parrochiale, in cui sorgono, dalle sue cantine, frammenti di una torre e diverse parti su cui è fondato l’attuale castello tra cui poderose mura con feritoie e antiche finestre.
Vi è poi la torre a fianco del castello, situato proprio sul punto più alto del paese, costruita, secondo alcuni, nella prima parte del 1160. È una torre di vedetta che forse serviva anche per segnalazioni. Essa non ha alcun accesso esterno ma solo due finestre e diverse feritoie; vi si arriva attraverso un sotterraneo collegato con il cartello oggi del tutto impraticabile.
Innumerevoli sono i pozzi e i cunicoli, alcuni mattoni, che popolano la cima del colle. Chissà dove portano tutti questi sotterranei? Certamente qualcuno dava accesso in aperta campagna unica via di uscita e di salvezza, quando il castello fosse stato cinto d’assedio. E sappiamo che molte volte Mondonio fu messo a ferro e fuoco dai suoi nemici.
Uno dei bastioni che controllava la prima cinta muraria era situato al fondo di via Giunipero, nel luogo detto «cortile dei Peila». Ed un altro, di configurano le fattezze, era sito in cima di via S. Rocco.
Data questa approssimativa ricostruzione, appare che Mondonio doveva presentarsi in quei tempi come un forte castello con torri, spalti, bastioni che certamente diedero del filo da torcere agli attaccanti. La quasi totale distruzione di questa fortificazione si ebbe sul finire del 1400.
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