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La piccola lapide è in via
Argentero, nei paraggi dei Filippello e dice: «Fu qui la chiesa Parrocchiale si S. Pietro
Apostolo, ed a perpetua memoria i comproprietari del fondo nellanno 1870 questo
ricordo innalzavano».
Il terreno intorno alla chiesa parrocchiale fungeva anche da cimitero, secondo vecchia
usanza, con poco rispetto per ligiene pubblica. Infatti sono solo 175 anni (dal
1817) che si fa uso dellattuale cimitero, lontano dallabitato.
Per un certo tempo le chiese parrocchiali erano due: S. Pietro e S. Andrea, i due fratelli
apostoli. Ma nel 1870, al tempo della lapide, la chiesa di S. Pietro non esisteva più da
circa un secolo; così la popolazione disponeva solo più di una chiesa parrocchiale,
quella più centrale.
E non stupisca quel centrale, perché allora lassù, attorno alla chiesa di S.
Andrea cera veramente il centro del paese.
Davanti alla chiesa cera la farmacia Bosia, un po più in basso, in quella
sporgenza verso levante, cera il Municipio tra lAsilo Infantile da una parte e
lOspedale dallaltra; cera la piccola fucina del fabbro Vasin Turco, le
scuole elementari e le prigioni; di fronte la panetteria Gerbi con negozio di alimentari.
Nella piazza della chiesa cera un po di mercato e più in alto loratorio
maschile con salone per cine e teatro, e il collegio con le prime tre classi ginnasiali.
Lo studio medico del dott. Diotti era in via Argentero, proprio davanti alla lapide.
Ma la strada provinciale e il commercio ebbero il loro fascino e il centro del paese
continuò a scendere, portando in basso il municipio, lospedale, una nuova chiesa,
loratorio, negozi, uffici, laboratori e la popolazione.
E continua a scendere! Oggi il centro di Castelnuovo dovè? E domani?
I due busti
I nostri antenati castelnovesi hanno inteso tramandare ai posteriori la riconoscenza del
paese per due persone, scolpendone la figura in busti marmorei.
Il primo è dedicato «A Giovanni Battista PESCARMONA, munifico benefattore, fondatore
dellAsilo Infantile e largo benefattore dei poveri». Così è scritto nella base su
cui poggia il busto; opera dello scultore Stuardi, lo stesso che scolpì il monumento a
Don Bosco.
Il Pescarmona nacque nel 1766 e morì nel 1856 quando stava per compiere novantanni.
Il monumentino fu eretto nel 1913; rimase per molti anni nella piazza del municipio,
davanti allingrasso dellasilo; ora è allinterno, in un giardinetto,
circondato dai fiori e soprattutto sempre circondato dai bambini, dai loro giochi e dal
loro sorriso.
Il secondo busto raffigura «Don G. B. ROSSI, parroco di Castelnuovo, fondatore
dellEnte San Giuseppe». Egli infatti fondò nel 1880 lospizio che ha accolto
per tanti anni gli anziani lassù, a fianco dellasilo, ora trasferito tra il verde
dellAutin.
Don Rossi, come ricorda il Baumgartner, resse la Parrocchia di Castelnuovo per venticinque
anni, durante i quali fece grandi opere: oltre allOspedale, aprì ledificio
che fino al 1967 fu oratorio festivo; fece costruire la nuova chiesa di San Rocco,
riedificò la chiesa di San Sebastiano e fu promotore del monumento a Don Bosco. Nel 1890
andò Vescovo a Pinerolo.
Quel busto scese di lassù con la nuova Casa di Riposo ed è conservato in luogo di
massimo decoro, sempre accanto agli anziani ricoverati, sempre oggetto della loro
gratitudine.
Ora lAsilo e lOspedale hanno altri nomi, su questi alberelli nostrani si sono
innestate altre opere: la Scuola Materna Statale di valore nazionale e la Croce Rossa
Italiana di valore mondiale. Ma lalberello originale è nostrano, come
liniziativa.
È giusto e doveroso che noi castelnovesi ricordiamo quelle eccelse figure; perché hanno
eretto nel loro e nostro paese opere benefiche per i bimbi e per gli anziani, per chi
inizia la vita e per chi chiede riposo dopo una vita di fatica.
Sono questi i pensieri che allincirca suscitano i due busti, additati alla nostra
riconoscente memoria. |
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