Borgo Caretto Indietro Ritorna a Elenco Racconti Avanti
’N Caret è il più piccolo dei nostri borghi, è un rione tutto a sé, non è né Fucina, né Borgo nuovo, è solo “’n Caret” e consiste in una sola via. Non ha grande possibilità di espandersi o rinnovarsi, ha solo il desiderio di restare così com’è.
È infatti aggrappato alla parte orientale della collina, la parte più ripida su cui si posa Castelnuovo. Attualmente difende la sua esistenza appoggiandosi ai bastioni che si basano sulla strada sottostante; i cortili son di ampiezza limitatissima.
Come sarà nato ’N Caret? Quella via tortuosa farebbe supporre che sia nato intorno ad un ripido sentiero, una scorciatoia creata e frequentata da quelli della parte più bassa, in specie da quelli del Casotto, per raggiungere il paese lassù, per andare in chiesa, a scuola, in municipio.
Chi sale per via Caretto, dopo la curva del bosco, trova alla sua sinistra il vuoto sopra i cortili sottostanti e a destra un alto muro di sostegno. Ciò dice quanto fosse scosceso il fianco della collina percorso da quel sentiero originario.
Ma gli abitanti di via Caretto non cercano spiegazioni alla loro dimora, anzi sono certo che essi apprezzano il loro sito; infatti nulla ostacola la loro vista, che può spaziare liberamente, così essi possono felicemente osservare il panorama sottostante e ricevere il sole del mattino e ancora ammirare il tramonto.
Caret non ha mai avuto negozi, né vetrine, né la più piccola forma di commercio artigianale; neppure può essere sede di grandi proprietari terrieri, ci vorrebbe il sito per il bestiame, per la cantina, per gli attrezzi, che là non c’è; perciò è stata ed è una tranquilla residenza di impiegati e pensionati (fa eccezione una sarta).
Se poi vi furono agricoltori, lo furono in forma molto ridotta, lo dimostra questo fatto: i 22 tarocchi hanno tutti una figura e un numero proggressivo; ebbene quelli con i numeri più bassi sono chiamati “Cui d’an Caret”. Questa valutazione chiaramente è solo castelnovese.
La via è ancora passaggio gradito per chi deve raggiungere la chiesa parrocchiale e le scuole. È quindi utile a scolari e insegnanti, ma i veicoli devono servirsene con attenzione, per le curve improvvise e perché è ben dif½cile risolvere l’incrocio fra due macchine.
Comunque i bravi castelnovesi d’an Caret sono felici di avere le radici in quel lato orientale del paese, panoramico e baciato dal sole.
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