La bocciofila, anzi le Bocciofile Indietro Ritorna a Elenco Racconti Avanti
Infatti a Castelnuovo le società sportive che hanno portato questo nome sono state due‚ di cui una è tutt’ora viva e prospera; ma non è stata la prima.
Prima degli anni trenta vi fu una categoria di persone che pensò di riunirsi in società per occupare insieme il comune tempo libero‚ e diedero vita all’associazione chiamata Bocciofila. C’era il podestà‚ il medico‚ il veterinario‚ impiegati‚ professionisti‚ reduci dall’America‚ qualche possidente‚ qualche pensionato… Insomma erano persone di un certo livello sociale; era l’ultimo rifugio di una classe che cercava ancora la distinzione dal popolino‚ mentre ormai i tempi stavano mutando.
Scelsero come sede un locale lungo il viale‚ costituito da una sola stanza e da un modesto campo per il gioco delle bocce‚ ma che più spesso era occupato per il gioco delle carte. C’era accordo‚ allegria‚ simpatia reciproca.
Ma poiché il potersi ritrovare per un modesto svago era un desiderio condiviso da parecchi altri Castelnovesi‚ vi fu chi ebbe l’iniziativa di istituire un altro circolo di carattere popolare‚ accessibile a tutti. E Carlin Gribaudo trovò le adesioni e la cooperazione per le pratiche necessarie per ottenere l’approvazione da parte delle autorità provinciali.
E sorse la seconda bocciofila‚ che trovò sede proprio di fronte alla prima. Ma per poterla distinguere da quella già esistente‚ gli stessi soci la chiamarono “La bocciofila dei poveri” e chiamarono l’altra “quella dei ricchi”. In effetti‚ le due bocciofile‚ pur avendo le stesse finalità‚ differivano nel carattere: una più aristocratica‚ con numero chiuso; l’altra più popolare con facile accettazione.
E per un po’ di anni si andò avanti con due bocciofile. Non c’era assolutamente rivalità tra i soci dell’una e dell’altra (salvo un po’ di ironia nei termini “ricchi e poveri”). La distinzione a quei tempi pareva naturale.
Ma la Bocciofila dei ricchi dava ormai segni di stanchezza‚ i soci erano sempre in minor numero‚ perché i nuovi affluivano in quella dei poveri; infine la guerra‚ il cambio di proprietà del terreno e la costruzione del “grattacielo” accanto alla sede‚ decretarono la sua estinzione totale. Il progredire di quella rimasta si può considerare la vittoria della democrazia sull’aristocrazia.
Ora la Bocciofila è unica‚ essa conserva il suo carattere popolare modesto e oserei dire benefico‚ perché ospita in maggioranza anziani e pensionati‚ che si uniscono apparentemente per una innocua sfida a tarocchi‚ ma in realtà per cercare una soluzione al comune problema della solitudine‚ per trovarsi in amichevole cordiale compagnia e conversare tra persone che condividono le stesse opinioni.
Agostino B. segue con la bandiera della Bocciofila la scomparsa di ogni socio.
La Bocciofila non è solo frequentata da soci castelnovesi‚ qualcuno vi giunge dai paesi vicini: Moriondo‚ Buttigliera‚ Moncucco‚ Mombello… ciò dimostra quanto sia gradita una società che unisca le persone nelle ore di libertà‚ anzi è una esigenza.
Vi si notano inoltre parecchi immigrati‚ cioè persone giunte a Castel-nuovo dalle più svariate località‚ che trovano nella Bocciofila l’occasione utile per fare conoscenze e per inserirsi nel tessuto locale. E ciò avviene con molta discrezione.
C’è infatti l’atmosfera di una grande famiglia‚ più che di semplice reciproco rispetto. Gli stessi amministratori che si sono succeduti‚ scelti democraticamente tra i soci‚ guidano la società con la consapevolezza che la loro carica è un posto di lavoro‚ un dovere da compiere verso persone che non hanno pretese‚ hanno solo il desiderio di trovare un ambiente accogliente e sereno.
Così ha fatto la signora Ambrosino e così continua a fare l’attuale presidente Luigi Natta. Non si può che approvare l’opera della Bocciofila e augurarle ogni fortuna.
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