Sculastica - Il commercio
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Non è stata Sculastica a inventare
gli ambulanti a Castelnuovo, ma certamente ha preceduto gli attuali Marocchini e
Nigeriani.
Circa il commercio ambulante a Castelnuovo il rapporto si è invertito: prima era la
campagna, che portava in paese i suoi prodotti e li offriva in vendita; ora è la città,
i grossisti che portano qui la merce per i Castelnovesi e per gli abitanti dei paesi
vicini, ormai privi di negozi.
Allora nella Lea giungevano vitelli, mucche e maialini, nati e allevati nelle
nostre stalle. Il mercato del pollame si svolgeva dal monumento di Don Bosco alla piazza
sottostante. Le contadine esponevano i prodotti del loro pollaio: dalle ceste allineate
spuntavano le belle creste dei galletti, o vi erano pollastre, anatre, conigli; e le
massaie, anche esse allineate dietro le ceste, erano pronte a dire le virtù della loro
merce e anche il prezzo, ...naturalmente trattabile.
Graglia, il pulaiè di Bardela non veniva per vendere, ma per acquistare tutto
quanto gli veniva portato e offerto: polli, conigli, uova, burro... Io gli vendetti
perfino due pelli di faina. E ripartiva con quei caratteristici cestoni bassi e rotondi,
zeppi.
Per alcuni giorni dellanno si svolgeva il mercato dei bozzoli (cuchet), erano stati
prodotti dal lavoro delle nostre donne e portati in piazza D. Bosco per la vendita. Gli
acquirenti venivano dagli stabilimenti di lavorazione.
(Per il vino si farà un discorso a parte).
Oggi, come allora, al giovedì, tutto il paese si dispone per il mercato. Nelle piazze e
vie del centro è esposta in vendita la mercanzia più varia. La gente osserva, compera e
rincasa con pesanti borse; i forestieri le portano sulle macchine parcheggiate nelle
vicinanze. Il giovedì per Castelnuovo è sempre stato un giorno importante.
Sculastica. Ma torniamo a lei. I vecchi Castelnovesi non possono fare a meno di
ricordarla. La si vedeva ogni giorno per le vie del paese carica del suo cestone. In quel
cestone cera tutto il suo negozio.
Il marito Massaglia laveva lasciata... per andare in America. E lei rimasta sola,
lavorava per allevare i suoi due figli, Geniu e Vigin. Tutta la vita sua e la crescita dei
suoi due ragazzi dipendeva da quel cestone. Non seppi mai chi le vendeva o dava la merce
che lei offriva di casa in casa, frutta e commestibili comunissimi. La offriva sorridendo,
a modo suo: per dimostrare quanto fosse tenero il sedano, era capace di mangiarne una
gamba, lì in presenza.
Talvolta la cesta conteneva articoli di cucito: filo, fettucce, elastico, fazzoletti...
allora si spingeva fino al Casot. Ma, così pesante comera, si stancava presto:
allora stendeva per terra una pezza e vi metteva sopra la merce in mostra: un melone,
pomodori e fichi, qualche peperone e le Cumposte. Pochi sanno oggi
coserano le Cumposte. Erano mele conservate in una miscela di acqua e aceto, che
così acquistavano un gradito sapore acidulo. Ma normalmente si preparavano e si
mangiavano in famiglia; solo Sculastica le portava in vendita. Me ne offrì un giorno una
in regalo, non laccettai... ma lei capì e non si offese.
Sempre scherzosa e allegra, nonostante i suoi immancabili problemi. Cera anche chi
la derideva; ma lei faceva onestamente il suo commercio ambulante (se così si poteva
chiamare il suo lavoro). Del resto anche noi ora non abbiamo la stessa considerazione
verso gli attuali ambulanti? E forse non hanno anchessi i loro problemi?
Intanto Sculastica col suo sacrificio quotidiano allevò dignitosamente i suoi due ragazzi
fino alletà del lavoro. Crebbero forti, agili, sportivi, come i ragazzi loro amici
e compagni di scuola e di giochi.
Sculastica è una delle figure caratteristiche scomparse della vecchia e familiare
Castelnuovo. |
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